Jesi (AN), 13 ottobre 2020 – Una visita speciale, all’insegna di una amicizia di prestigio. Le Zebre Rugby, la franchigia federale con sede a Parma, sarebbero dovute scendere in campo a Jesi – dove avrebbero portato al Carotti la sfida internazionale ad altissimo livello del torneo Guinness Pro 14 con i sudafricani dei Southern Kings per celebrare i 50 anni di storia del Rugby Jesi ’70 – la scorsa primavera. Ma la pandemia ha stoppato l’evento, reso possibile dall’affiliazione della società jesina al progetto “Zebre Family”.
«Il legame è molto stretto, l’appuntamento è solo rinviato: speriamo in primavera ci siano le condizioni per tornare, giocare e fare una grande giornata, portando qui squadre di primissimo livello. Se poi non sarà possibile in primavera, sarà in autunno. Ma qui, veniamo. Sicuro al 100%» garantisce Andrea Dalledonne, amministratore unico delle Zebre, ospite nell’impianto rugbistico di via Mazzangrugno insieme ad una delegazione del Club per portare, comunque, l’atmosfera e i volti del grande rugby soprattutto fra giovani e giovanissimi leoni della società jesina.
Sul campo, immediatamente circondati dall’entusiasmo dei tanti piccoli e piccole del minirugby, i giocatori Tommaso Boni e Massimo Ceciliani, accompagnati, oltre che da Dalledonne, dal team manager Andrea De Rossi, dal Rugby Operations Manager George Biagi, dalla direttrice operativa Valentina Bracalello e dalla Community Manager Francesca Boraschi.
«Un’ottima occasione per noi per dare anche un po’ di fiducia in questa fase di ripartenza e in un momento difficile a causa del Covid- dice Biagi, già capitano delle Zebre e 23 volte Azzurro – siamo entusiasti di esserci. Il rugby? Credo che una volta che un genitore prova a mandare suo figlio, si innamora non soltanto di questo sport ma di tutto quello che lo circonda. Qui c’è una struttura fantastica, con tutto ciò che serve per crescere in un ambiente sano e costruttivo».